Come scegliere giochi e giocattoli per bambini

A cura della psicologa Dott.ssa Antonella Sagone

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Tempo di lettura 4 min

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Uno dei bisogni fondamentali dei bambini è il gioco. Per i bambini giocare non è un modo per passare il tempo, bensì un allenamento alla vita. Anche un neonato di pochi mesi “gioca”, quando ad esempio, di fronte alla sua mamma, serra fortemente gli occhi e li riapre ridendo, deliziato di questa prima versione del gioco del “nascondino”. E nel momento in cui comincia ad essere in grado di afferrare e maneggiare gli oggetti, il gioco diventa anche esplorazione dell’ambiente.

è in questo momento che in genere i genitori si chiedono se comprare al bambino qualche piccolo giocattolo, per offrirgli occasioni di sperimentare e potenziare le sue nuove abilità.

Ma come scegliere i giocattoli per il bambini?

Le caratteristiche ideali dei giocattoli variano ovviamente a seconda dell’età dei bambini e delle sue capacità motorie e cognitive. Per i bambini piccoli, il giocattolo deve essere di dimensioni adatte ad essere afferrato e sostenuto, quindi abbastanza piccolo e leggero e con appigli per le loro mani.

Poiché una delle abilità in via di sviluppo in questa fase è saper mettere insieme in modo coerente le informazioni che provengono da vista, udito, tatto, gusto, olfatto e movimento, un valore aggiunto dei giocattoli sarà la possibilità di stimolare molti sensi insieme, quindi forme e colori interessanti, produrre suoni e una superficie che offra diverse esperienze tattili.

I bambini più grandi, in grado già di spostarsi autonomamente, potranno godere di giocatolli più complessi che richiedono azioni in sequenza: per esempio contenitori da riempire e svuotare, torri di cubi, pannelli che producono effetti diversi a seconda di come vengono manipolati

Un’altra tipologia importante, oltre a quella che sviluppa i comportamenti di manipolazione ed esplorazione, sono i giochi di proiezione, simbolici, che permettono ai bambini di trasferire le loro emozioni, legate alla loro vita di relazione, sugli oggetti intorno a loro. Rientrano in questo tipo di oggetti le bambole, gli animali di pelouche e, più avanti, i personaggi dei giochi di costruzione, le marionette e i burattini. I bambini con una competenza verbale di base sono in grado di far agire questi personaggi, farli parlare fra loro e con loro, proiettando in questo teatro immaginario tutte le vicende della loro vita emotiva e di relazione. Quindi nell’assortimento dei giocattoli dei bambini che parlano e camminano non dovrebbe mai mancare questo tipo di giochi.

Tuttavia, il gioco non è un sostituto della vita di relazione dei bambini: ne è semmai un complemento. I bambini non trovano interessanti gli oggetti in sé, altrimenti, lasciati soli con un giocattolo, “si stancano presto”. Non hanno problemi di attenzione, semplicemente per loro il valore aggiunto di un oggetto è il fatto che interessa anche all’adulto. Non sono attratti dal giocattolo, ma dal giocattolo e dalla persona che lo sta tenendo in mano, osservando, usando. Ecco perché i bambini vogliono sempre proprio il gioco in mano all’altro bambino. Quindi gli adulti sono parte integrante dell’esperienza di gioco dei bambini, almeno finché non sono abbastanza grandi da organizzarsi da soli ed esprimersi anche nel gioco solitario (e in quei momenti, in cui parlottano da soli animando i loro giocattoli, vanno rispettati e lasciati tranquilli nel loro spazio fantastico).

In fin dei conti, ai bambini non servono nemmeno i giocattoli, ma è sufficiente permetterli di toccare ed esplorare gli oggetti di uso quotidiano, naturalmente nei limiti della sicurezza e con un adulto presente. Un cassetto alla loro portata con gli oggetti di cucina in legno o plastica, una bottiglia di plastica ben chiusa e riempita a metà di acqua o di pasta secca, o anche i giochi più belli di tutti: quelli che non hanno una forma e una funzione definita, e sui quali i bambini si possono sbizzarrire: acqua, fango, pasta di pane, materiali plasmabili che possono assorbire l’interesse del bambino per ore… meglio ancora se con la compagnia di mamma e papà.

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