I primi disegni dei bambini

A cura del fisiatra Paoloni

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Tempo di lettura 3 min

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Con lo sviluppo, il bambino non solo impara a camminare, ma anche a controllare i movimenti più fini, quelli della mano, coordinandoli con la vista e compiendo azioni sempre più raffinate e complesse.

E arriva il giorno che il bambino prende in mano una matita e traccia dei disegni su un foglio. Inizialmente non fa altro che dare sfogo al bisogno di movimento libero della mano e del braccio, e studiare affascinato l’effetto straordinario di questo oggetto che, muovendosi, lascia una traccia visiva. Oltre a strisciare il pastello sulla carta, la colpisce, la picchietta, lasciando linee ma anche punti e persino buchi e strappi in certi momenti, tanta è la foga con la quale agisce. Non rispetta nemmeno i confini del foglio, valicando i margini e lasciando colorate tracce delle sue esplorazioni sul pavimento o sul tavolo. Presto però impara a mantenersi nell’area del foglio bianco, i movimenti sulla carta divengono più contenuti e controllati, e piano piano avviene un miracolo: i segni divengono sempre più circolari, e appaiono i primi tentativi di “disegno”: singole linee che tendono a chiudersi. Finché a un certo punto, i genitori possono assistere alla magia di uno strano schema: una sorta di cerchio tremolante, con all’interno una quantità di punti e trattini messi lì alla rinfusa.



Eppure, non sono già più scarabocchi: questi incerti tentativi sono i primi abbozzi di volto umano. Con il tempo, l’insieme disordinato di punti si riduce e questi segni prendono posizione dove dovrebbero esserci i due occhi e la bocca, e infine il naso. Ed ecco la fase successiva: direttamente dalla testa, partono delle linee sottili, verticali e orizzontali: gambe e braccia. Così piccolo, è già un artista!



Il ruolo iniziale dell’adulto deve astenersi da consigli e giudizi, e limitarsi ad essere quello di osservatore, che fornisce al bambino semplicemente gli strumenti adatti: matite morbide e facili da impugnare, carta in blocchi robusti, in modo che scivoli meno facilmente via da sotto le manine del piccolo. Solo a volte, se il bambino esita a lanciarsi, si può compiere assieme a lui un piccolo gioco: ad esempio, io faccio un cerchio e lascio che tu lo riempia di segni; oppure, tu hai fatto un cerchio, e io ci disegno due occhi rotondi.



Anche la mano che il bambino usa deve essere lasciata alla sua scelta: spesso i bambini iniziano usando ambedue le mani, e solo in seguito una delle due verrà abbandonata e l’altra mostrerà il suo ruolo di mano prevalente (generalmente, la destra). Ma per quei bambini che geneticamente sono predisposti a usare la sinistra, è importante non interferire e lasciare che usino la mano con la quale si trovano meglio.



I risultati dei primi tentativi di disegno del bambino potranno sembrare inadeguati, “sbagliati” o poco realistici, e la scelta dei colori potrà essere “assurda” per la nostra mente adulta, ma non vanno criticati o “corretti”: fanno parte di un percorso intuitivo e creativo che non ha modi giusti o sbagliati, ma solo un’ispirazione che parte dagli occhi quanto dalle emozioni, e che può aprire al bambino le porte dell’arte.

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