Il bambino non vuole il latte

A cura del pediatra Dott. Vincenzo Calia

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Quando si nasce, per molti mesi, ci si nutre di un solo alimento: il latte.

Poi viene il momento fatidico dello svezzamento e i bambini imparano, piano piano, a mangiare di tutto, anche se il latte resta sempre uno degli alimenti più importanti della loro dieta.

Il latte contiene energia, proteine e calcio, tutte cose di cui c’è una grande necessità per crescere.

Capita a volte però che i bambini più grandicelli comincino a manifestare progressivamente un rifiuto verso il latte, che pure fino a poco tempo prima gli piaceva moltissimo.

Come mai?

Ci sono molte spiegazioni al fatto che il bambino non vuole il latte: le due principali sono lo sviluppo del gusto personale e un relativo deficit di “lattasi”, una sostanza che serve a digerire il latte.

I gusti, si sa, sono gusti e non se ne può discutere; senza dubbio con la crescita ciascuno sviluppa i suoi e non sono pochi i bambini che diventano molto selettivi e rifiutano numerosi alimenti (e fra questi potrebbe esserci il latte).

La lattasi è un enzima che si produce in grande quantità durante i primi mesi di vita (quando il latte è l’unico alimento a disposizione), ma in alcune persone se ne produce sempre meno via via che si diventa più grandi. Se non c’è la lattasi (o ce n’è poca), bevendo il latte si avverte fastidio o addirittura mal di pancia. Questo può spiegare una parte dei rifiuti del latte dei bambini più grandicelli.

Come è buona regola fare sempre, non conviene forzare un bambino a mangiare qualcosa che lui rifiuta.

Un primo tentativo si può fare si può fare mascherando un po’ il sapore del latte con una delle tante polveri che si sciolgono (cacao, caffè d’orzo ecc.): spesso funziona (lo facciamo anche noi quando beviamo un cappuccino).

E se invece c’è un vero e proprio rifiuto, allora occorre sostituire il latte con altri alimenti.

Prima di tutto i suoi derivati (formaggi e yogurt), che vengono accettati più facilmente. E poi, se il rifiuto è particolarmente ostinato, si può ricorrere ad altre fonti di proteine e di minerali.

Ricordiamoci, a proposito del calcio, che l’acqua ne contiene spesso tantissimo. E di acqua ogni giorno, fra bevande e cottura degli alimenti, un bambino ne prende sempre tanta.

Le indicazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e il lettore. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.