Il ciuccio: un'abitudine da togliere?

A cura della psicologa Dott.ssa Antonella Sagone

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Succhiare il ciuccio o altri oggetti è un bisogno naturale del bambino, salvo che il ciucciare allontani dal mangiare, è un'abitudine che può essere gestita senza problemi e non c’è bisogno di forzare l’abbandono del ciuccio

Sulla questione ciuccio sì o ciuccio no s'intrecciano molti aspetti diversi, che riguardano la fisiologia, gli aspetti emotivi e quelli culturali del mondo in cui viviamo. Tuttavia, alla radice della questione sta un oggettivo bisogno naturale del neonato: quello di succhiare.



Tutti i bambini ed i neonati hanno un bisogno di suzione, anche se questo può variare ed essere più o meno intenso e durare più o meno a lungo da un bambino all'altro. succhiare per il bambino è un modo per confortarsi con una sensazione piacevole e scaricare la tensione, rilassarsi e rassicurarsi. E non significa necessariamente che sia carente di coccole o di contatto, perché succhiare è un'attività specifica che ama di per sé. Il piacere di succhiare il dito, poi, non riguarda solo la bocca, ma anche il dito stesso; è cioè anche un piacere tattile. Ecco perché alcuni bambini o neonati lo preferiscono al ciuccio.



L'oggetto previsto dalla natura per soddisfare il bisogno di suzione è il seno materno, l'unico che non deformi le strutture della bocca; comunque ogni bambino, dipendentemente da ciò che è disponibile per lui o per lei, e secondo anche le sue preferenze, sceglie di succhiare qualcosa, che può anche essere il biberon, il ciuccio, le proprie dita, la stoffa, i propri capelli. Questo bisogno è così intenso che se si sottrae prematuramente al bambino l'oggetto preferito, questi comincerà a succhiare qualcos'altro, addirittura in certi casi la propria stessa lingua.



Il bisogno di succhiare diminuisce spontaneamente con l'età, e alla fine si estingue comunque. Per molti bambini, forse la maggioranza, questo avviene non prima dei due-tre anni, e alcuni sembrano avere questa necessità fino alle soglie dell'età scolare.

Nella misura in cui l'uso del ciuccio non interferisce con la nutrizione del bambino (facendo rimandare una poppata quando il bambino ha in realtà bisogno di cibo), non c'è ragione di "svezzare" forzatamente il bambino da queste abitudini prima che egli sia pronto a rinunciarvi. Sta ai genitori, che conoscono il bambino meglio di chiunque altro, cogliere i segni che il bambino è pronto ad abbandonare questa attività, e aiutarlo gentilmente, quando sarà più grandicello, dandogli qualcosa d'interessante da fare con le mani, che lo distolga dal metterle in bocca: ad esempio attività in cui deve modellare la creta, il didò, impastare il pane, fare lavori di giardinaggio, lavare i piatti e simili azioni che per un bambino sono molto interessanti, e che impegneranno le sue manine per un po', dandogli anche un piacere tattile alternativo.



Vivendo in un mondo in cui si parla spesso in senso negativo di "dipendenze" nella vita adulta, ci preoccupa vedere nei nostri figli una dipendenza così forte dalla mamma; ma il punto è che nei primi anni di vita la dipendenza è fisiologica e necessaria per sviluppare la sicurezza di base che permetterà al bambino di costruirsi una solida affettività e di crescere e maturare serenamente, senza dipendenze nell'età adulta.

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