Coccole e abbracci: il primo nutrimento

A cura della psicologa Dott.ssa Antonella Sagone

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Di cosa ha bisogno il neonato ed il bambino per sopravvivere? Certamente, ha bisogno di cibo; di calore, di coccole, di essere accudito per le sue necessità. Ma c’è un altro bisogno vitale, senza il quale il neonato semplicemente non potrebbe sopravvivere: è il contatto con la persona che si prende cura di lui. Un contatto e un’intimità fatta di abbracci, di coccole, di carezze, dell’essere portato addosso a una persona in movimento, sentire l’odore e il calore materno, essere fisicamente vicino al suo cuore.

Non si tratta solamente di un bisogno emotivo. Tutti i sistemi biologici del neonato (la regolazione termica, la respirazione, la digestione, i cicli sonno-veglia) sono concepiti per funzionare al meglio in contatto con il corpo materno. Il contatto pelle a pelle favorisce nel neonato uno stato di benessere, di veglia tranquilla che normalizza i suoi parametri vitali (il battito cardiaco, il respiro, la temperatura) e lo mette nella migliore condizione per assorbire gli stimoli attorno a lui e organizzarli nella sua mente, per interagire con le persone intorno a lui, per memorizzare e per apprendere. Così come il latte è il nutrimento per le sue cellule, gli stimoli tattili sono il nutrimento per il suo sistema nervoso in formazione, e l’alimento emotivo che gli permette di mantenersi coerente dentro di sé e nei confronti dell’ambiente intorno a sé.

Il silenzio, la penombra e l’immobilità sono condizioni innaturali per il cucciolo umano, che ha bisogno di ricevere stimoli nell’ambito di una situazione confortevole e sicura, per poter sfruttare al massimo il suo potenziale di apprendimento.

Portato da un adulto in movimento, riceve continue sollecitazioni del suo apparato vestibolare, l’organo dell’equilibrio, preparandosi per quando dovrà muovere i primi passi e orientarsi nello spazio; alla sua vista si offre una prospettiva sempre diversa, sollecitando la visione tridimensionale e stimolando il coordinamento oculare; gli stimoli tattili e le braccia dell’adulto gli garantiscono una buona termoregolazione e un senso di contenimento e sicurezza, generando uno stato di rilassatezza vigile, ideale per osservare ed apprendere; la partecipazione passiva alle attività dell’adulto, alle sue azioni, alle sue conversazioni, alle sue relazioni, sono una scuola insostituibile per sviluppare l’intelligenza e le capacità sociali.

Tenere in braccio e fare le coccole non è viziare: è soddisfare le aspettative psico-biologiche del bambino. Una fascia o un marsupio possono rendere agevole questa incombenza e permettere alla madre o al padre di svolgere le normali attività mentre il bambino dorme od osserva e partecipa; e una volta sciolto il timore di viziare, anche l’adulto potrà rilassarsi e godersi un bambino molto più tranquillo e quindi facile da gestire. Lungi dal creare un’abitudine al “restare attaccati”, questa fase “in braccio” è propedeutica a quella dell’esplorazione, e il bambino non avrà alcuna esitazione, una volta acquisita la competenza motoria, ad allontanarsi per esplorare il mondo, forte della sua competenza e della sicurezza accumulata in questi primi mesi di coccole e abbracci.

 

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