Non sai perché il tuo bimbo piange?

A cura del pediatra Dott. Vincenzo Calia

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Perché piangono i bambini neonati? Non potrebbero essere sempre sorridenti e richiamare la nostra attenzione più “educatamente”?

La risposta è semplice: il pianto è una necessità.

Cerchiamo di capire perché. I cuccioli degli esseri umani, quando nascono, hanno un’autonomia molto ridotta: non sanno camminare, non sono in grado di procurarsi il cibo, non sono capaci di difendersi dai pericoli. Ci vuole molto tempo perché imparino tutte queste cose. 

Oggi i nostri bambini vivono al sicuro delle loro culline, ma nelle decine di migliaia di anni in cui gli esseri umani si sono evoluti, i cuccioli d’uomo erano esposti a mille pericoli: potevano essere preda di animali aggressivi, potevano essere involontariamente trascurati dalla loro tribù che si spostava alla ricerca del cibo, potevano essere lasciati esposti alle intemperie. Se accadeva una di queste cose il neonato, così debole e dipendente, poteva morire.

A meno di non farsi sentire… piangendo forte. 

Piangere è diventato così il modo più efficace di comunicare dei bambini molto piccoli: si sente da lontano e suscita nell’adulto (la mamma in particolare) un istinto fortissimo di protezione.

Oggi i nostri bambini, per fortuna, non corrono più tutti questi pericoli, però siamo pur sempre discendenti degli uomini primitivi e portiamo nei nostri geni le tracce di quello che siamo stati.

Morale della favola: non allarmatevi se il vostro bambino neonato si mette a piangere forte: è molto difficile che stia male, vuole soltanto essere consolato e richiamare la vostra attenzione. 

Il pianto, per ora, è il solo modo che lui ha di comunicare. Presto imparerà anche ad essere più moderato nei suoi richiami.

Vi dirò di più: un lattante che sta veramente male lo si riconosce subito: è lì, mogio mogio e… non piange mai.

Le indicazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e il lettore. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.