Fuori dal nido: quando iniziare con l'asilo?

A cura della psicologa Dott.ssa Antonella Sagone

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Tempo di lettura 3 min

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La decisione di portare il bambino al nido o alla scuola materna è un passaggio importante, e spesso ci si chiede se sia il caso di intraprendere questo passo, oppure se rimandare a quando il bambino sarà più grande. Molte domande si affollano alla mente della mamma quando comincia a riflettere su questa possibilità: Il bambino sarà pronto? non sarà traumatica l’esperienza di separazione? Restare ancora a casa nuocerà al suo sviluppo? Ha bisogno di questa esperienza per socializzare?

In effetti, non esiste una risposta standard a questi interrogativi. Dipende da tantissimi fattori, non ultimo anche le caratteristiche del nido e l’approccio delle educatrici, per continuare con lo stadio di sviluppo psicoaffettivo del bambino e la sua reazione alla separazione. Inoltre, se il bambino ha normalmente occasione di interagire con altri adulti e bambini, avrà meno impellenza di essere inserito in un nido per fare esperienze sociali.

Come capire se un bambino è pronto all'esperienza del nido o della scuola materna? Per prima cosa, osservare le reazioni del bambino stesso; e poi le proprie stesse intuizioni. Sebbene a volte si affermi che il bambino inevitabilmente farà resistenza e non vorrà separarsi dalla mamma, ma che va forzato per il suo bene, questo approccio non tiene conto del fatto che quando un bambino effettivamente è pronto alla separazione, l’inserimento è graduale e l’ambiente è accogliente, l’adattamento avviene in genere con poca difficoltà. Quando il bambino manifesta avversione per l’asilo, forse occorre capire se il bambino ha bisogno di aspettare ancora, o se l’ambiente è quello giusto per lui, o ancora se l’approccio è stato corretto.

Si dice anche che, se il bambino non vuole inserirsi, è colpa della mamma ansiosa, che non gli trasmette fiducia, che lo vuole trattenere a sé. Ma in genere la spiegazione più semplice è che se il bambino rifiuta l’asilo, forse, non desidera andarci. La socializzazione nel bambino sotto i tre anni avviene più facilmente in gruppi molto piccoli di bambini che nel gruppo classe, generalmente più numeroso.

L’inserimento graduale è fondamentale. Per ambientarsi in una nuova situazione il bambino ha bisogno di un riferimento familiare, la presenza di un genitore per tutto il tempo che sarà necessario fino a che non si sentirà “a casa”, cioè finché non avrà sviluppato dei riferimenti certi, stabilito una relazione con le maestre e i compagni, e non sarà in grado di orientarsi negli ambienti nuovi. Questo in genere richiede diversi giorni o settimane, e il processo non può essere accelerato forzando i tempi. Anche il tempo trascorso al nido dovrà essere gradualmente aumentato. Se si sta sviluppando un’avversione, meglio fare una pausa e poi riprovare con calma. Questo modo di procedere risparmierà reazioni di rifiuto tardive e permetterà al bambino, una volta pronto, un inserimento sereno e una maggiore espressione delle sue potenzialità sociali.

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