Che cos'è la sindrome del tunnel carpale in gravidanza?

A cura del fisiatra Paoloni

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La Sindrome del Tunnel Carpale è la causa più frequente di intrappolamento di un nervo periferico in corso di gravidanza. Si determina per la compressione del nervo mediano al polso, laddove questo attraversa il canale del carpo passando al di sotto di una struttura legamentosa (il legamento trasverso del carpo) per raggiungere la cute ed i muscoli della mano. Il nervo mediano è un nervo misto, sensitivo e motorio. La parte sensitiva fornisce la sensibilità alla superficie palmare ed alla punta delle prime tre dita della mano e di metà del quarto dito. La parte motoria innerva a livello della mano alcuni piccoli muscoli che consentono il movimento del pollice.

La Sindrome del Tunnel Carpale si manifesta generalmente con la presenza di dolore, intorpidimento e/o perdita di sensibilità alle prime tre dita della mano ed a metà del quarto dito, soprattutto notturne. Nei casi più avanzati si può associare anche una perdita di forza nei movimenti del pollice.

La stima dell'incidenza di tale patologia è assai variabile: di calcola che interessi dal 2% al 35% delle donne in gravidanza, maggiormente durante il terzo trimestre di gravidanza, più frequentemente nelle donne con più di 30 anni e nelle nullipare.

Le cause dell'incrementata incidenza di tale quadro in gravidanza sono per lo più legate alla ritenzione di liquidi a livello del polso e del nervo mediano, che determina un aumento della pressione sullo stesso nervo ed una sua compressione. Le variazioni ormonali possono essere responsabili di un edema del legamento trasverso del carpo, con conseguente riduzione dello spazio di scorrimento delle fibre nervose. C'è inoltre da considerare una quota di donne affette già da tale sindrome, seppur clinicamente non manifesta, nelle quali i sintomi si scatenano con la gravidanza.

La prognosi è generalmente favorevole, visto che i sintomi tendono a regredire dopo il parto, persistendo per oltre 1 anno solo in meno della metà dei casi. La sintomatologia, tuttavia, anche se persistente nel tempo, tende ad essere sopportabile. Per tale motivo, la terapia è fondata su trattamenti conservativi,in particolare l'uso di tutori di polso notturni, alcuni trattamenti con energie fisiche, soprattutto ultrasuoni e laser-terapia e, più raramente sull'uso di cortisonici. Solo in una piccola percentuale di casi può essere necessario ricorrere al trattamento chirurgico, in genere quando a più di 12-15 mesi dal parto i sintomi non tendono a regredire, mostrandosi refrattari a qualunque tipo di terapia riabilitativa e determinando una progressiva perdita di funzionalità della mano.

La diagnosi è generalmente basata sui dati clinici, anche se può essere necessario ricorrere ad un esame elettromiografico nei casi dubbi.

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