Cosa fare se la punta del piede del bambino punta in dentro o in fuori?

A cura del fisiatra Paoloni

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Le alterazioni a carico degli arti inferiori, ed in particolare quelle legate alla deambulazione, sono fra le cause più frequenti di ricorso a visite specialistiche ortopediche o fisiatriche nei primi anni di vita. Fra i motivi che spingono maggiormente i genitori a rivolgersi ad uno specialista, senz'altro troviamo le alterazioni della rotazione degli arti inferiori. Queste si evidenziano sia da un punto di vista estetico (il profilo degli arti inferiori si discosta da quello normale) sia durante la marcia. Nel cammino, in particolare, si possono manifestare due principali profili: quello del bambino che cammina con le punte dei piedi rivolte all'interno (il cosiddetto IN-TOEING, alluce in dentro) o al contrario quello del bambino che cammina con le punte dei piedi all'esterno (OUT-TOEING), con un aspetto che ricorda la classica camminata 'alla Chaplin'.

L'in-toeing è generalmente causato da una delle seguenti alterazioni: il metatarso addotto, l'esagerata rotazione interna della tibia oppure l'aumentata antiversione femorale, ossia una esagerata inclinazione della testa del femore rispetto al piano di osservazione frontale.

Questa ultima alterazione è la causa più frequente di cammino con le punte rivolte in dentro nel bambino fra i 24 ed i 36 mesi. L'esagerata antiversione femorale può essere associata ad alcuni vizi di postura, in particolare nel mantenimento della posizione seduta a terra. Il bambino, infatti, tenderà a preferire la seduta a 'W', con le ginocchia all'interno ed i piedini verso l'esterno. Durante la corsa, o comunque quando il bambino si affatica, il mal posizionamento appare generalmente più evidente, e questo può spiegare perché i bambini spesso tendono ad incrociare i piedi e ad inciampare frequentemente durante la corsa.

L'anomalo posizionamento del femore può essere messo facilmente in evidenza con un'appropriata visita specialistica. La prognosi è generalmente molto buona, con una risoluzione spontanea del quadro che avviene nell'80% dei casi entro i 6 anni di vita. Il ricorso ad eventuali trattamenti chirurgici, pertanto, andrebberiservato solo a casi di grave alterazione che limita lo svolgimento di attività della vita quotidiana e, generalmente, in bambini sopra gli 8 anni di vita.

L'out-toeing è meno frequente dell'in-toeing. Può essere causato da una retroversione femorale (tipica del bambino al di sotto dei 12 mesi di vita), da un'esagerata rotazione esterna della tibia (più evidente dopo il 4°anno di vita), oppure dalla presenza di un piede piatto. Questa condizione è praticamente la norma nel bambino sotto ai 3 anni di vita, a causa della maggiore lassità delle strutture molli del piede che non consente la strutturazione dell'arco plantare come lo conosciamo nell'adulto. Per tale motivo, nessun tipo di trattamento andrebbe considerato per un piede piatto in bambini che camminano da menodi 12-16 mesi, a meno che tale condizione non sia associata a dolore (piede piatto doloroso).