Allattamento al seno: poco latte o troppo latte
A cura del pediatra Dott. Vincenzo Calia
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VAI AI PREFERITI Durante la gravidanza il seno cresce sempre più e la ghiandola mammaria che è lì dalla nascita e si è sviluppata all'epoca della pubertà, finalmente si prepara a fare il suo lavoro: produrre latte.
Un meccanismo automatico che gli esseri umani hanno in comune con gli altri mammiferi e che funziona quasi perfettamente. Quasi perfettamente e non perfettamente per diversi motivi, vediamo i principali. Prima di tutto nessuno è perfetto e ci possono essere sempre delle piccole anomalie anatomiche che possono rendere l'inizio dell'allattamento al seno più impegnativo di quanto non ci si aspetti (il capezzolo tropo grande o troppo piccolo, un bambino nato troppo presto o di peso basso che fa fatica ad attaccarsi, per esempio). Ma soprattutto c'è il fatto che noi esseri umani siamo sì dei mammiferi, ma siamo anche animali che pensano e hanno una capacità di provare ansie ed emozioni che non ha uguali: la nascita di un figlio e l'inizio dell'allattamento in maternità sono così carichi di emotività che spesso i semplici meccanismi fisiologici sono in qualche modo ostacolati. Infine c'è la tecnologia che noi usiamo a piene mani: nessuno vorrebbe che un parto si concluda male e perciò utilizziamo strumenti tecnici che spesso fanno a pugni con la natura (partorire in ospedale è una sicurezza, ma a volte non favorisce l'allattamento).
E allora cosa può succedere?
Il latte materno per il bambino può essere inizialmente troppo poco nei primi mesi, il bambino cerca il seno e piange, ma non trova nutrimento a sufficienza. Che fare? Prima di tutto resistere alla tentazione di ricorrere subito al biberon (è la cosa più facile, ma forse la meno giusta da fare nei primi giorni); poi attaccare il bambino al seno il più spesso e il più a lungo possibile (in questo modo si favorisce la produzione della prolattina, l'ormone che stimola il seno a produrre latte); infine sentire il pediatra, o l'ostetrica prima di mettere mano al latte artificiale, quasi sicuramente avranno buoni suggerimenti da dare.
Ma qualche volta il latte è troppo, il seno si gonfia, diventa rosso e fa male, qualche volta alla mamma viene anche la febbre. Questo succede perché si produce più latte di quello che il bambino riesce a succhiare: è il caso dell'ingorgo mammario che può addirittura diventare mastite. Niente paura: basta svuotare il seno alla fine della poppata e raccogliere il latte avanzato e, se la ghiandola è dolente, appoggiarci su un impacco caldo umido e stare un po' a riposo. Raramente occorre una terapia antibiotica, ma se dovesse essere necessaria, si può fare senza necessariamente interrompere l'allattamento prestando attenzione alla salute del bambino.