Bambino che non parla: ci dobbiamo preoccupare?

A cura del pediatra Dott. Vincenzo Calia

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Lo sviluppo del linguaggio è un fatto molto complesso e, come per tutto ciò che riguarda i bambini, i tempi possono variare anche molto da un soggetto all’altro. Oggi sappiamo che già a pochi mesi, un bambino che non parla comprende il significato di molte parole. E con il passare del tempo questa capacità si sviluppa sempre più, fino ad arrivare alle prime parole e alle prime frasi dal significato compiuto (anche se spesso pronunciate in … bambinese). A volte i genitori sono portati a fare paragoni con fratellini, cuginetti e coetanei e scoprono così che le differenze possono essere notevoli: a parità di età c’è chi chiacchiera continuamente e chi si limita a qualche parolina. Come facciamo a capire se un bambino che non parla ha qualcosa che non va? Prima di tutto bisogna valutare se un bambino ci sente bene. Non è difficile per un genitore attento: sobbalza se c’è un rumore improvviso? Si gira se viene chiamato? Balla se sente la musica? Vuole mettere all’orecchio il telefono? Se la risposta a queste domande è “sì”, il bambino sente e quindi sta anche imparando a usare il linguaggio. La seconda domanda che dobbiamo farci è se il bambino comunica con gli altri. Anche se non parla, interagisce con i genitori, i fratelli o gli amichetti? Gioca con loro? Risponde agli stimoli? Indica gli oggetti che desidera, anche se non ne sa pronunciare il nome? Se ancora una volta la risposta è “sì”, allora vuol dire che sicuramente parlerà. Quando sentiremo la necessità di consultare uno specialista se un bambino non parla? Quando avremo dei dubbi sulle capacità uditive o relazionali. Ma questo capita veramente di rado.