Cosa fare se il bambino ha le coliche?
A cura del pediatra Dott. Vincenzo Calia
Tempo di lettura 3 min
Contenuto aggiunto ai preferiti
VAI AI PREFERITILe coliche gassose non sono sempre cause di mal di pancia
Spesso si attribuisce alle coliche gassose i mal di pancia e i pianti dei bambini. Ma non sempre è così
Che il pancino dei neonati borbotti spesso è una verità sacrosanta, lo può testimoniare qualunque genitore; non c' è dubbio allora che l'aria nella pancia di un neonato sia molta di più di quella che c' è nella pancia di un bambino più grande o di un adulto.
Il perché è presto detto: a questa età si mangia tantissimo (in proporzione al peso corporeo) e spessissimo, il contenuto dell'intestino fermenta e produce gas. A questo gas si aggiunge l'aria che l'ingordo neonato inghiottisce, succhiando avidamente il seno o il biberon. Tutta questa aria può dare una colica gassosa.
Almeno questo noi pensiamo, perché facciamo "due più due fa quattro": c' è tanta aria nel pancino, il bambino strilla e non si calma, sarà una colica gassosa. Ma si tratta pur sempre di un'ipotesi perché nessun neonato ha mai detto alla mamma: "Mi fa tanto male il pancino!".
La certezza scientifica che il pianto, generalmente serale, spesso inconsolabile, a volte accompagnato dall'emissione di gas dall'intestino in realtà non c' è mai stata e probabilmente mai ci sarà. Alcuni pediatri infatti si chiedono come mai queste coliche gassose capitino sempre e soltanto di sera, né come mai il bambinetto urlante per il mal di pancia… si calmi se viene messo in macchina e portato a fare un giretto.
E non vale l'osservazione comune che il bambino si contorce e tira su le gambette: quando piange, un bambino di questa età piange con tutto se stesso, anche con le gambette. La verità è probabilmente più semplice di quanto non si pensi: molti di quei pianti vengono veramente dal mal di pancia, ma molti altri sono pianti e basta. Perché di qui non si scappa: i bambini piccoli piangono!
E allora che fare: in caso di pianto improvviso e disperato verificare in ordine le seguenti condizioni:
a – Il bambino ha fame: provare a dargli del latte senza calcolare le ore passate dall'ultimo pasto, se lo prende e si acquieta, il problema è risolto.
b – Vuole soltanto un po' di coccole: prenderlo affettuosamente in braccio, potrebbe calmarsi.
c – è sporco e vuole essere cambiato: verifica facilissima da fare.
d – Non riesce a fare la cacca: in genere questo accade dopo la poppata, la mamma se ne accorge e può "aiutarlo".
Se nessuna di queste ipotesi si rivela esatta, possiamo ragionevolmente concludere che siamo in presenza della famosa "colica gassosa", da trattare in prima battuta tenendo il bambino in braccio a pancia in sotto e massaggiandogli l'addome con una mano. Se non si calma neppure cos ì, via libera alle goccioline che il vostro pediatra vi consiglierà.
Un'ultima avvertenza: le coliche vengono quasi sempre nel secondo mese e durano qualche settimana al massimo.