Bagnetto Neonato: tutto quello che devi sapere
A cura del pediatra Dott.ssa Stefania Paesani
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VAI AI PREFERITIDa recenti raccomandazioni OMS, il primo bagnetto del bebè dovrebbe avvenire il giorno dopo la nascita (24 ore). Se per ragioni culturali questo non è possibile, andrebbe ritardato di almeno 6 ore dopo la nascita.
Lo scopo del bagno, al di là dei bisogni di pulizia, è anche quello di attivare la circolazione sanguigna della pelle e la traspirazione. Il piccolo può fare il bagnetto anche nei primi giorni dopo la nascita: non è necessario aspettare la caduta del moncone ombelicale, è solo importante asciugarlo bene e avvolgerlo con una garzina per aiutare l’essicazione.
Come fare il bagnetto al neonato
Avere in prossimità del neonato un’immediata disponibilità di tutto il materiale occorrente, per la sicurezza del piccolo ed evitare l’esposizione al freddo che potrebbe causare ipotermia:
o Vaschetta con cuscino
o Termometro a infrarossi per la misurazione della temperatura dell’acqua
o Asciugamani
o Sapone o latte detergente neutro liquido per l’igiene del neonato
o Biancheria personale del neonato
o Pannolino
o Spazzolina per capelli personale
o Crema in tubo oppure olio idratante personalizzati
o Fasciatoio
- La stanza dove viene effettuato il bagno dovrà essere sufficientemente riscaldata, evitando però l’eccessivo surriscaldamento (tra i 22 e i 24 gradi) e la relativa umidità; è importante che non ci siano grossi sbalzi di temperatura tra un ambiente e l’altro, così da evitare eventuali raffreddamenti.
- Innanzitutto lavarsi accuratamente le mani.
- Dopodiché riempire la vaschetta mettendo sul fondo un cuscino o tappetino di gomma per ridurre il rischio di scivolamento e per dare supporto al piccolo, con una quantità idonea di acqua prelevata dal rubinetto, verificando la temperatura per evitare complicanze al piccino a causa dell’elevata o bassa temperatura dell’acqua.
- Immergere il neonato fino all’altezza delle spalle, in modo che si senta completamente al calduccio e possa riprovare la piacevole sensazione che ha vissuto per nove mesi nel liquido amniotico.
- La vaschetta deve essere sistemata su un piano molto stabile e grande, adeguato a contenere tutto quanto occorre, evitando così di doversi allontanare anche solo un istante dal bimbo: a parte il rischio di annegamento che può verificarsi anche in condizioni di ridotto volume di acqua, il piccolo può inalare acqua schizzata o riversata sul volto. Infine non deve essere posto in prossimità di erogatori di acqua (rubinetti, miscelatori, ecc.) per il rischio di ustioni di acqua ad alta temperatura.
- Diluire il detergente non schiumogeno, con pH neutro o leggermente acido (intorno ai 5.5) da aggiungere in acqua, per lavare sia il corpo che i capelli e immergere delicatamente il neonato nell’acqua, valutandone la reazione. Un’ottima alternativa naturale è l’amido di riso.
- Sostenere la testa nell’incavo dell’avambraccio e i glutei con la mano, esercitando una delicata presa con il pollice e indice alla coscia del bimbo per evitare lo scivolamento in acqua.
- Iniziare a lavare il neonato dalle parti alte (pulite) terminando con la zona dei genitali, porre particolare attenzione alle pieghe cutanee, mani, piedi, e unghie, evitando la penetrazione dell’acqua negli occhi, naso e orecchie. Mentre viene lavato, il piccolo può gradire molto che il genitore lo stimoli parlandogli o cantando e, una volta un poco più grande, offrendogli giochi in modo da rendere questo momento particolarmente piacevole.
- Nell’acqua il neonato può essere mosso dolcemente facendo sempre attenzione ai suoi segnali di stress.
- È inoltre possibile arricchire il momento del bagnetto con giochini in grado di stimolare il tatto nello sviluppo dei bambini
- Per uscire dall’acqua è importante appoggiarlo sul nostro avambraccio in posizione prona e avvolgerlo subito con una spugna calda e quindi girarlo.
- Avvolgere il neonato nell’asciugamano e asciugarlo mediante tamponamento delicato.
- Distribuire delicatamente sulla cute del neonato crema o olio idratante.
- Se d’estate fa molto caldo, si può dare sollievo al piccolo utilizzando delle spugnature fresche oppure offrendogli più volte l’immersione in acqua tiepida.
Bagnetto al neonato dopo la poppata o dopo mangiato, è possibile?
Questa domanda deriva dalla credenza popolare di non poter fare il bagno dopo il pasto in acqua fredda (di mare o piscina). Il bagnetto al neonato può essere fatto indistintamente prima o dopo aver allattato al seno o dopo la pappa in genere, anzi è meglio evitarlo nel caso in cui il bebè sia affamato, perché la prima necessità del bambino è sempre quella di sentirsi sazio e nutrito e quindi non accoglierebbe con piacere il rito del bagnetto, che dovrebbe favorire il rilassamento e quindi una nanna più tranquilla.
L’ideale sarebbe fare il bagnetto anche quotidianamente, stabilendo un orario, ad esempio dopo la poppata della “cena” e in corrispondenza del cambio del pannolino. Il rituale “bagnetto” potrà concludersi con un massaggio con olio specifico, ottimo anche in caso di coliche del neonato . Ad ogni modo è importante scegliere un momento in cui entrambi i genitori siano tranquilli e rilassati: è bello infatti che il rituale del primo bagnetto (e dei successivi) sia condiviso anche dal papà..
Temperatura dell’acqua per il bagnetto
La temperatura ideale dell’acqua oscilla tra i 32°C e i 35°C: il controllo della temperatura può essere effettuato con termometro a infrarossi o più tradizionalmente dal contatto del gomito del genitore con l’acqua.
Quando fare il bagnetto al neonato
La durata può variare a seconda del desiderio e dell'età del piccolo: va limitata a 2-3 minuti nel neonato, che è molto sensibile al raffreddamento e alla fatica di un bagno prolungato, e durerà sempre di più man mano che il bambino apprezzerà maggiormente il contatto con l'acqua. Va ricordato però che il bagno non dovrebbe, in ogni caso, durare più di 10-15 minuti perché la permanenza in acqua oltre un certo tempo può provocare la macerazione della cute.
Frequenza bagnetto neonato
Non vi sono vere e proprie controindicazioni nel lavare il piccolo quotidianamente, sebbene non sia necessario perché i bebè si sporcano solo nella zona pannolino o intorno a bocca e collo.
Meglio non usare detergenti ogni giorno ma sostituirli con 1-2 cucchiai di amido di riso, detergente delicato, che non aggredisce la pelle, anzi la protegge da irritazioni e arrossamenti, utile sia per la cute che per il cuoio capelluto. Può essere considerato anche un ottimo sostituto del classico borotalco: risulta più leggero e meno pastoso. Non solo, non si accumula nei pori, evitando così ulteriori irritazioni. Inoltre è un regolatore naturale del sudore, quindi equilibrando gli odori, riporta a un immediato profumo e sensazione di freschezza, soprattutto in estate.
Se si nota che il bambino vive il bagnetto come un momento di tensione o di disagio , in tal caso è meglio diradarne la frequenza, detergendolo in modo adeguato, ma evitando o limitando la fase d’immersione. Se invece il bambino si diverte a contatto con l’acqua, è giusto prolungare questo momento ludico.
Primo bagnetto neonato: consigli utili
Non è necessario aspettare la caduta del moncone , basta asciugarlo bene subito dopo il bagno, senza usare disinfettanti e avvolgerlo poi con una garzina asciutta e sterile facendo molta attenzione alla base del cordone, dove si possono raccogliere le secrezioni.
Non c’è bisogno di spugne o lavette, basta la sola mano pulita della mamma. Le spugne a lungo andare possono essere un ricettacolo di batteri.
Un'alternativa naturale per rendere morbida la pelle del bebè: una goccia di latte o un cucchiaio di olio d’oliva nell'acqua.
Le orecchie vanno pulite anche più volte alla settimana, con un bastoncino ricoperto di cotone idrofilo, ma solo esternamente, a livello del padiglione auricolare e non all’interno del condotto uditivo, per non rischiare di provocare una lesione alla membrana timpanica e per non spingere il cerume all’interno, favorendo la formazione di un tappo.
Le unghie dei piedi vanno tagliate un paio di volte al mese con una forbice a punta arrotondata, diritte per prevenirne l’incarnimento, mentre si devono arrotondare gli angoli di quelle delle mani in modo da prevenire eventuali graffi. Se il piccolo non sta fermo, è consigliabile eseguire questa operazione mentre dorme.
Ogni giorno è opportuno spazzolare il cuoio capelluto con una spazzola a setole lunghe e morbide, in modo da liberare il lattante da eventuali tracce di forfora.
Il talco va usato con prudenza perché può creare una pellicola che impedisce alla pelle di respirare; occorre inoltre fare attenzione che non venga inalato dal bambino. Oltre a tutto, il suo scopo principale (l'assorbimento dell'umidità) viene a manca.
A cura della dottoressa Stefania Paesani, pediatra di MioDottore ed editore per Mamme.it