Vaccino: come funzionano le vaccinazioni

A cura del pediatra Dott. Vincenzo Calia

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Tempo di lettura 4 min

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Che cosa è esattamente un vaccino?

Non è un farmaco a tutti gli effetti per molti motivi.

1 - Non si usa per curare una malattia, ma per prevenirla.

2 - Viene impiegato su soggetti sani e non su soggetti malati.

3 – Come funziona? lascia una traccia permanente nell’organismo e viene eliminato in anni e non in poco tempo, come una qualsiasi medicina.

4 - È sufficiente somministrarlo pochissime volte (persino una sola volta) per ottenere l’effetto desiderato.

5 - Si usa prevalentemente nei soggetti giovani o giovanissimi, soprattutto nei bambini molto piccoli.

6 - Stimola una reazione naturale dell’organismo (la produzione di anticorpi) e non ne altera il funzionamento.

Vaccinando un bambino si provoca una vera e propria malattia, priva di sintomi, di conseguenze e complicazioni, ma capace di stimolare nel suo organismo la produzione di anticorpi che lo proteggeranno per tutta la vita.

Gli esseri umani, come tutti gli altri esseri viventi, sono immersi in una realtà molto complicata e, per certi versi, ostile: in ogni momento della vita entrano in contatto con innumerevoli microrganismi e sostanze che potrebbero danneggiarli o addirittura ucciderli. Ma ciononostante viviamo a lungo anni e anni sostanzialmente in buona salute.

Gran parte del merito va al nostro “sistema immunitario”, un vero e proprio esercito di “anticorpi” e cellule in grado di distruggere velocemente i microrganismi pericolosi con cui entriamo in contatto. 

Già alla nascita ciascun bambino ha un “patrimonio” di anticorpi che gli è stato fornito dalla sua mamma durante la vita intrauterina: se ne fosse privo, venendo alla luce in un mondo così ostile, non potrebbe sopravvivere.

Questi anticorpi però si consumano in fretta e il bambino resterebbe indifeso nel giro di pochi mesi se non iniziasse subito a fabbricarsene di nuovi, e soprattutto suoi personali.

Ogni incontro con una sostanza estranea (“antigene”) provoca la formazione di anticorpi. Il sistema immunitario è dotato anche di una potente memoria in grado di “ricordarsi” tutti i microorganismi e le sostanze con cui è entrato in contatto in passato. Perciò, nel caso in cui si verifichi un nuovo incontro con quel microrganismo o con quella sostanza, il sistema immunitario li riconoscerà e produrrà immediatamente gli anticorpi necessari a neutralizzarli. Questo vale anche per molte malattie, tant’è che i vaccini sono utilizzati contro la meningite, il meingococco, la varicella, la difterite, il tetano, la pertosse, la poliomelite, l’epatite ed altro.

Facciamo l’esempio della varicella, una malattia molto contagiosa e ancora molto frequente: se si entra in contatto con un soggetto affetto da varicella è quasi impossibile evitare il contagio. Si diffonde facilmente nelle scuole, si prende da piccoli e quasi tutti gli adulti l’hanno già avuta. Se un bambino, i cui genitori hanno già avuto la varicella, si ammala di questa malattia, per via della sua natura estremamente contagiosa, sparge intorno a sé un enorme quantità di virus che raggiunge tutti i membri della sua famiglia. I fratellini, se non avevano mai contratto questo virus, si ammaleranno di sicuro, mentre i genitori, che invece si erano ammalati da piccoli, non si accorgeranno neppure di essere stati contagiati, perché la loro “memoria immunologica” riconoscerà il virus e stimolerà la produzione di una quantità di anticorpi sufficiente a neutralizzarlo.

È proprio questo il meccanismo con cui funzionano i vaccini: stimolare la produzione di anticorpi contro una certa malattia e attivare la memoria immunologica.

Con la differenza però che questa stimolazione non verrà fatta con veri virus e veri batteri, capaci di causare malattie, ma con virus e batteri uccisi o molto indeboliti, o con sostanze estratte da questi microrganismi. L’effetto sul sistema immunitario sarà uguale a quello che si produce superando una malattia, senza però ammalarsi.

Le vaccinazioni sfruttano due meccanismi naturali di difesa: la reazione “antigene-anticorpo” e la “memoria immunologica”.

In questo senso si può dire che le vaccinazioni sono molto più “naturali” dei farmaci.