La febbre nei bambini

A cura del pediatra Dott. Vincenzo Calia

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Con il termine "febbre" si definisce un aumento della temperatura corporea sopra il valore fisiologico. Tale valore presenta ondulazioni modeste durante la giornata, ma si stabilizza mediamente a 36,6°C-36,7°C se viene rilevato per via cutanea esterna (ascellare o inguinale) e su 37,5°C-37,7°C se rilevato per via interna (orale o rettale).

La temperatura corporea non è altro che il risultato tra produzione e perdita di calore e questo bilancio viene regolato da una sorta di termostato sito in una zona del cervello, definita ipotalamo, su cui hanno influenza numerose sostanze. Le principali cause di febbre sono le infezioni, sia di natura virale che batterica. L'agente infettivo, virus o batterio, stimola alcune cellule dell'organismo (globuli bianchi e macrofagi) a produrre sostanze (interleuchine) che hanno appunto azione sul centro ipotalamico alterandone l'equilibrio, con conseguente aumento della temperatura corporea. In questi casi è allora indicata un'azione farmacologia che sia attiva sull'ipotalamo. Quando invece l'innalzamento della temperatura corporea non è determinato da un'azione sull'ipotalamo, ma da cause esterne (il colpo di calore, ad esempio), si parla di ipertermia: l'azione di farmaci che agiscono sul centro termoregolatore non è allora indicato, mentre è utile la sottrazione fisica di calore con spugnature fredde.

La febbre si accompagna generalmente ad altri sintomi, il principale dei quali è il malessere fisico. Nei bambini più piccoli spesso interviene facile irritabilità o sonnolenza, con rifiuto del cibo, mentre i più grandicelli avvertono brividi e sudorazione, dolori muscolari, cefalea, cute calda e asciutta con occhi lucidi, continua sensazione di freddo per cui cercano di coprirsi con coperte.