L'ossiurasi nei bambini

A cura del pediatra Dott. Vincenzo Calia

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La ossiuriasi viene così definita la infestazione di alcuni vermi, gli ossiuri o Enterobius vermicularis, diffusa in tutto il mondo e che colpisce particolarmente i bambini. La prevalenza della ossiuriasi è più alta nei bambini in età prescolare e scolare, nelle mamme dei bambini infetti e nelle comunità. I vermi adulti degli ossiuri sono di piccole dimensioni: il maschio degli ossiuri misura 2-5 mm. di lunghezza ed è a forma incurvata all'estremità posteriore. La femmina è più grossa, misura 8 - 13 mm di lunghezza ed è appuntita posteriormente.



Gli ossiuri vivono attaccati alla mucosa dell'intestino ceco e dell'appendice. Le femmine gravide si staccano e migrano nell'ultimo tratto intestinale, fuoriescono dall'ano e depositano sulla cute perianale e perineale numerosissime uova.



Queste uova, di forma ovoidale allungata, misurano dai 30 ai 50 micron e non sono visibili ad occhio nudo. Contengono al loro interno una larva attorcigliata, in grado di divenire infestante nel giro di qualche ora. La trasmissione avviene principalmente per via diretta, portando con le mani le uova dalla regione perianale alla bocca, oppure per diffusione ambientale, poiché si può avere anche contaminazione delle lenzuola o degli indumenti intimi, delle assi copri gabinetto e dei bagni, dove le uova possono restare vitali per parecchi giorni. Quando le uova vengono ingerite, scendono lungo il tubo digerente e, a livello del duodeno, si schiudono. Le larve che ne escono migrano nell'intestino ceco e nell'appendice dove si trasformano in vermi adulti in 15-20 giorni. Raramente sono responsabili di danno locale, dove si attaccano. A volte sono responsabili di microemorragie . Le femmine gravide , fuoriuscendo dall'ano durante la notte, causano un violento prurito locale, con relativo grattamento a volte responsabile di micro lacerazioni e infezioni secondarie della cute .



Spesso compare nei bambini irritabilità notturna e insonnia. Nelle femmine i parassiti adulti possono migrare nella cavità vaginale provocando vulvite pruriginosa. In alcuni casi la invasione a livello appendicolare può simulare una appendicite acuta, con indicazione chirurgica. La diagnosi è fatta mediante diretta visualizzazione degli ossiuri nella regione perianale, più facilmente 2-3 ore dopo che il bambino ha preso sonno. È abbastanza difficile invece isolare i vermi adulti nelle feci, quindi l'esame fecale può essere spesso negativo. Più semplice risulta rinvenire le uova in regione perianale, al mattino, con una tecnica semplice ed efficace: lo scotch test. Prima di andare in bagno e di lavarsi, si applica una striscia di nastro adesivo trasparente nella regione perianale, lasciandovelo per 15-20 minuti. Successivamente si osserva il nastro adesivo al microscopio, facendolo aderire ad un vetrino portaoggetti . È un esame che va ripetuto più volte.



La terapia consiste nella somministrazione di un antielmintico (pirantel pamoato-albendazolo-mebendazolo) in genere sotto forma di sciroppo o compressa masticabile, in una unica dose. Tale trattamento va ripetuto dopo 15 giorni e va esteso a tutti i membri del nucleo famigliare. L'infezione spesso si ripete, per cui è necessario considerare, assieme al trattamento, alcune misure di prevenzione. Il lavaggio accurato del mattino permette di rimuovere numerose uova. Il cambio frequente della biancheria intima e delle lenzuola del bambino riduce il rischio di contaminazione ambientale, così come si riduce il rischio di reinfezione lavando accuratamente le mani prima dei pasti e della preparazione dei cibi, tenendo le unghie corte ed evitando il più possibile il grattamento.