Perché un bambino non ha fame?

A cura del pediatra Dott. Vincenzo Calia

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Tempo di lettura 3 min

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Il bambino non mangia, ma è veramente un problema?

Scopriamo insieme una serie di consigli per comprendere i segnali e creare una buona educazione alimentare dei nostri figli

Dottore, non mangia niente! Ciascun pediatra si sente dire questa frase almeno 10 volte al giorno. Spesso segue la richiesta di una "curetta" ricostituente, o delle vitamine.

Tutto questo per curare una malattia... che non esiste: l'inappetenza.

È tipico infatti a questa età che il bambino, più o meno improvvisamente, decida di "smettere di mangiare", almeno così credono molti genitori e nonni. In realtà le cose stanno diversamente: fino a un anno un anno e mezzo ogni bambino È un famelico divoratore di cibo e latte, perché la crescita È velocissima. Pensate che in pochi mesi i lattanti raddoppiano e poi triplicano il peso della nascita. Poi la crescita rallenta: bambini che nei primi mesi crescevano 1 Kg al mese, crescono ormai solo due o tre etti. Corrispondentemente diminuisce la richiesta di energia e di sostanze nutrienti. Se a questo aggiungiamo che i bambini, con il tempo, diventano naturalmente sempre più esigenti, manifestano dei gusti e delle preferenze precisi, ecco spiegato il fenomeno dell' "inappetenza" che, più o meno inaspettata, mette in ansia i genitori.

Che fare allora?

Se il bambino non vuole mangiare, vuol dire che non ha fame. E se si impunta e fa "i capricci", sta semplicemente difendendo il suo diritto di non essere forzato. D'altro canto chi mai si permetterebbe di imporre ad un adulto che non abbia appetito di finire un piattone di pastasciutta? Se vogliamo essere pignoli, i bambini che rifiutano il cibo in eccesso sono più saggi degli adulti che mangiano troppo e si rovinano così la salute. Senza parlare del fatto che i bambini definiti "inappetenti", sono il più delle volte bambini a cui non È stata mai data l'opportunità di avere fame. Fin dalla nascita È stato offerto loro il cibo sempre prima che lo richiedessero e sempre in quantità superiore al necessario.

Un consiglio pratico: qualunque sia la quantità di cibo che vostro figlio richiede, fidatevi di lui, È sicuramente quella giusta.

È sconsigliabile perciò: insistere eccessivamente perché mangi tutto ciò che gli viene preparato; inseguirlo per la casa con il piatto in mano; strappargli il consenso a finire la pappa con promesse o minacce; sostituire il pasto rifiutato con un pasto alternativo di suo gradimento.

È meglio invece: dimostrare al bambino che non si dà molta importanza alla quantità di cibo che lui mangia; sparecchiare se il bambino si ferma, e non insistere per fargli finire il piatto; se un certo cibo È stato rifiutato, rimandare tutto al pasto successivo; evitare tutti i fuori pasto (merende, merendine, caramelle, dolci ecc.) che disturbano l'appetito.