Volare e viaggiare in aereo con i bambini
A cura del pediatra Dott. Vincenzo Calia
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VAI AI PREFERITI Viaggiare con i figli è una delle esperienze più belle che ci siano. I bambini di tutte le età ci riservano spesso delle sorprese: i bimbi piccoli si possono adattare facilmente a tutte le situazioni e si può portarli in giro senza che facciano storie, i bambini grandi si divertono moltissimo nello scoprire nuovi mondi e nuove cose. Oggi, si sa, l’aereo non è più un lusso: esistono tariffe basse e voli per tutti e perciò il viaggio in aereo con i bambini o neonati è diventato facile.
Nonostante questo l’aereo non gode ancora di buona fama presso le famiglie: mamme e papà che non esiterebbero un attimo a programmare un viaggio in auto da un capo all’altro della penisola, spesso hanno paura di volare con i loro bambini e temono che l’aereo possa fare loro male. Niente di più falso.
Intanto l’aereo, lo sappiamo tutti, è un mezzo sicuro per viaggiare, molto più sicuro dell’automobile. Quanto al “mal d’aria”, è ancora una volta meno probabile del mal d’auto: si rischiano nausea e vomito solo quelle poche volte che “si balla” in quota, ma gli aerei moderni sono grandi e stabili e si muovono pochissimo e poi, se dovesse capitare, sgranocchiare qualcosa e distrarsi spesso basta a superare la crisi. C’è poi la grande paura: ai bambini e ai neonati faranno male le orecchie? In effetti in due momenti precisi del volo, il decollo e l’atterraggio, il cambiamento della pressione atmosferica può causare una spiacevole sensazione di “orecchie tappate”, che però, negli adulti come nei bimbi, quasi mai diventa dolore e non provoca nella maniera più assoluta una vera e propria otite. Per superare l’inconveniente basta succhiare una caramella o un biberon; il fenomeno non dura più di qualche minuto.
Alcuni temono che l’aria condizionata o l’affollamento degli aerei possano fare male: ancora una volta non ce n’è motivo, l’aria condizionata è più o meno come quella che accendiamo in macchina quando fa caldo e l’affollamento non è più pericoloso di quello che si incontra all’asilo o nella metropolitana.
Poi c’è il problema del mangiare: è vero, la cucina sugli aerei che fanno lunghi voli non è proprio come quella di casa, tuttavia difficilmente il personale di bordo si rifiuterà di accontentare un bambino e di procuragli qualcosa di gradito e magari, chissà, la novità o il modo in cui si mangia sul vassoio appoggiato al sedile davanti potrebbero incuriosire i bambini e spingerli a mangiare cose che a casa avrebbero rifiutato.
Un altro problema è come ingannare il tempo: anche in questo caso si possono chiedere giochi e giocattoli e cercare, se il volo è lungo, filmini o cartoni da guardare sullo schermo.
Ultimo problema, il fuso orario. Nei voli intercontinentali disturba tutti, grandi e piccini, cambiare il ritmo fra sonno e veglia, ma i bambini si adattano più facilmente degli adulti per molti motivi: intanto riescono a dormire dappertutto e poi la loro mente è più elastica della nostra. Perciò li vedrete belli vispi già il giorno dopo dell’arrivo.
E allora… buon viaggio!