Come reagisce un bambino a un trasloco.

A cura della psicologa Dott.ssa Antonella Sagone

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Tempo di lettura 3 min

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Il trasloco per i bambini può essere una piccola rivoluzione, un fattore di cambiamento che dovrebbe essere gestito in modo da rendere il passaggio il più facile possibile.

All'inizio le braccia della mamma sono tutto il suo mondo. Ma molto prima di quanto sembri, ecco nostro figlio gattonare in lungo e in largo per la casa, e poi sgambettare, traballante ma deciso, esplorando tutti gli spazi alla sua portata. Quando l'universo del bambino si espande, è importante che possa esplorarlo e conquistarlo con i suoi tempi, e che abbia i suoi punti di riferimento: luoghi e percorsi che ritrova ogni giorno lo aiutano ad orientarsi. Tuttavia, il bambino è anche un avventuriero e non disdegna le novità e i cambiamenti.

Spesso si raccomanda ai genitori di non ristrutturare la casa o traslocare quando i figli sono piccini: sarebbe meglio che la transizione da un ambiente noto a uno ignoto avvenisse con gradualità e quando il bambino è pronto. Ma non sempre la realtà della vita coincide con i nostri desideri, e anzi sono proprio le famiglie giovani a trovarsi spesso ad acquistare la loro prima casa, e quindi traslocare, proprio quando la famiglia stessa è aumentata (o sta per aumentare) di numero con un nuovo arrivo. In questo caso, è importante saper prevenire la sua reazione negativa e rendere questo passaggio più facile per il bambino.

Non è tanto il cambiamento di ambiente in sé a disorientare il bimbo, quanto magari i rivolgimenti maggiori che ne conseguono nella sua vita: ad esempio il passaggio ad una stanza propria o, per il più grande, l'arrivo imminente di un fratellino o l'inserimento al nido. Allora, è bene pianificare un passo alla volta, in modo che il proprio piccolo non si senta sopraffatto dai cambiamenti.

Quando parlare al bambino del trasloco? Non troppo in anticipo (non è in grado di quantificare l'attesa), ma quando il cambiamento è "nell'aria". Attenzione però alle parole: non sempre per un bambino piccolo hanno lo stesso significato che per l'adulto. Quando si parla al proprio figlio del fatto che "andremo a stare in una nuova casa", ricordiamoci di specificare che "noi" comprende anche il bambino stesso!

A volte il bambino è nervoso, agitato o può essere particolarmente "appiccicoso" nelle settimane che precedono il trasloco: ma siamo sicuri che non sia perché, semplicemente, percepisce il nervosismo e l'agitazione dei genitori? traslocare è infatti uno stress e una fonte di ansie anche per gli adulti! Allora ricordiamoci, anche in quei giorni convulsi, di ritagliarci dei momenti di intimità e di calma con il piccolo, in cui potersi rilassare insieme perdendo il senso del tempo. Infine, teniamo presente che il bambino ha bisogno di punti fermi, ma i suoi punti fermi più importanti sono i genitori, e non dei luoghi o degli oggetti in sé. L'essenziale per il bambino è ciò che avviene in quei luoghi e con quegli oggetti, e soprattutto con chi avviene: la cosa veramente importante è che il bambino, ovunque vada, qualunque esperienza faccia, possa contare sul fatto di avere accanto le persone che ama e che lo amano.

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