A che età è consigliato che il bambino possa dormire nella sua stanza?

A cura della psicologa Dott.ssa Antonella Sagone

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Tempo di lettura 4 min

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Il luogo in cui i bambini dormono è oggetto di grandi discussioni. Come spesso succede, le varie opzioni vengono presentate in modo drastico, come se soltanto una fosse giusta e le altre necessariamente sbagliate.
In realtà, non c’è un luogo giusto o sbagliato dove mettere a letto il bambino, ma solo scelte che dipendono da tanti fattori: l’età, la sua maturazione psicomotoria, le esigenze del resto della famiglia. Culletta attaccata al letto matrimoniale, lettino nella stanza dei genitori, lettino in altra stanza, futon basso a due piazze nella stanza del bambino: ciascuno trova la sua soluzione, l’unico aspetto che va rispettato, qualsiasi sia la scelta fatta, è seguire le linee guida in modo che vi siano i necessari requisiti di sicurezza del sonno. Quello che è certo è che i bambini da piccoli hanno un intenso bisogno di stare a contatto con la mamma o comunque coi genitori, specialmente di notte è scritto nel loro istinto ed è grazie a questo istinto che la nostra specie è sopravvissuta ai predatori. Ora viviamo in case sicure, dove non entra il leopardo! Però i nostri bambini non lo sanno, e quindi se si svegliano e si trovano da soli si allarmano: è nel loro istinto cercare la mamma e la poppata, che fa sentire sicuri e li aiuta a riprendere sonno. Finché il bambino si sveglia la notte ed ha bisogno di essere accudito e allattato, averlo vicino è la soluzione più pratica per i genitori, anche se alcuni preferiscono organizzare un letto ampio e basso per il bambino nella sua stanza, in modo da andare loro da lui durante i risvegli notturni, e accudirlo in comodità.

Gli studi mostrano che il sonno non è questione di abitudine ma di maturazione neurale, e quindi al momento di andare a dormire lasciare il bambino nella sua stanza anche se protesta non serve a ridurre lo stress o i risvegli, ma solo ad ottenere un comportamento del bambino più quieto, estinguendo il richiamo di mamma e papà durante i risvegli notturni, che pure continuano a verificarsi. Quando è dunque il momento giusto per spostare il bambino nella sua stanza o nel lettino?

Quando i bambini sono pronti dal punto di vista emotivo e fisico a stare da soli, lo fanno senza fatica; si parla più di anni che di mesi. Se il bambino viene forzato prima del tempo, il processo per dormire da solo sarà in proporzione più lungo e faticoso: più precoce è la separazione, maggiore è lo stress sia per i genitori che per il bambino. Non c’è quindi un momento predefinito, un’età uguale per tutti, in cui va bene spostare il bambino a dormire da solo. Il momento buono è quello in cui questo cambiamento è agevole e accettato da tutti quanti, bambino compreso. Altrimenti, la soluzione che crea meno disagio notturno per tutti è quella giusta per la tua famiglia: finché con la crescita del bambino o il mutare delle esigenze familiari, si renderà necessario trovare soluzioni diverse. Alcuni genitori periodicamente provano a spostare il bambino, preventivando un periodo di adattamento durante il quale sono comunque disponibili ad andare dal bambino quando chiama la notte e a stare con lui finché non riprende sonno, in modo da abituarlo a dormire nella sua stanza senza stress; altri decidono semplicemente di lasciar fare al bambino e, nonostante le voci che predigono bambini mammoni fino alla maggiore età, arriva immancabilmente il giorno in cui quel bambino sceglie di stare nella sua stanza, quando diviene capace di apprezzare uno spazio tutto suo.