Quando il lattante entra in sciopero
A cura della psicologa Dott.ssa Antonella Sagone
Tempo di lettura 3 min
Contenuto aggiunto ai preferiti
VAI AI PREFERITICosa fare se il bambino non vuole più il latte? Capita a volte che il bambino, che fino a ieri aveva preso il latte tranquillo e beato, di punto in bianco insceni un comportamento che prende i genitori di sprovvista e risulta inspiegabile, rifiutando ostinatamente di poppare, nonostante appaia chiaramente infelice e desideroso di mangiare e di essere coccolato. Quando viene preso su e gli viene offerto il seno (ma può succedere anche col biberon) volta la testa dall’altra parte, si inarca, piange disperato, eppure si succhia le manine e smania insoddisfatto. Alla fine si riesce a far prendere al bambino un po’ di latte in qualche modo, magari con tante piccole poppate, o approfittando di quando è semiaddormentato, ma il problema di fondo sembra perdurare per molte ore e a volte giorni, per poi scomparire altrettanto in fretta di quando era iniziato.
Nel caso che il bambino poppi al seno, c’è il problema aggiuntivo di drenare il seno in modo da prevenire gli ingorghi e mantenere la produzione di latte, finché la situazione non sarà tornata alla normalità. Questo permette di affrontare con calma il problema e riportare il bambino al seno con dolcezza, offrendogli il latte della mamma in altri modi e provando ogni tanto, anche se senza forzare mai la situazione, a riportarlo al seno. Questo comportamento getta i genitori nello sconforto: non capiscono cosa succede, sono preoccupati che il bambino non si stia alimentando, e inoltre si sentono improvvisamente rifiutati e questo può causare nella mamma (o anche nel papà) un’infelicità almeno altrettanto grande di quella manifestata dal bambino stesso. Questa strana reazione viene descritta talvolta col termine, molto efficace, di “sciopero del poppante”. Si tratta di situazioni che hanno sempre una causa, ma spesso non è facile da individuare il motivo per cui il bambino rifiuta il seno o il biberon. Può darsi che sia ammalato (il naso chiuso, un’infiammazione in bocca o l’otite possono rendere difficile o dolorosa la suzione), o che stia mettendo un dentino; la marca di latte artificiale è cambiata; a volte durante la poppata qualcosa ha spaventato il bimbo (lo squillo del telefono, un fratellino più grande troppo “irruento”); altre volte la mamma ha cambiato profumo, oppure qualcosa è cambiato nella routine del bambino, che esprime così il suo stress. Altre volte ancora, invece, il motivo si scopre solo dopo molto tempo, oppure mai, anche se lo sciopero a un certo punto finisce sempre. Poiché la mamma si sente spesso rifiutata, impotente, inadeguata a capire e risolvere, è molto importante aver cura di continuare a coccolarsi assieme, anche in assenza di serenità durante il pasto, trovando altri momenti, come il bagnetto, un sonnellino vicini, una coccola sulla sedia a dondolo, una passeggiata con il bimbo nel marsupio o nella fascia. Spesso i bambini che “scioperano” cominciano ad accettare di nuovo di poppare dapprima nelle ore notturne, e solo successivamente anche di giorno. Vale sempre la pena di perseverare, tenendo bene a mente che tutti gli scioperi, prima o poi, finiscono, e che il bambino non sta rifiutando la sua mamma o il suo papà: sta solo esprimendo una difficoltà che occorre capire.