L’importanza del tatto nello sviluppo del bambino

A cura della psicologa Dott.ssa Antonella Sagone

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Tempo di lettura 14 min

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Il tatto è il senso che per primo entra in azione già aiprimissimi stadi della vita prenatale. I “sensori” tattili sono innumerevoli edistribuiti su tutta la superficie corporea, e nell’embrione sono in grado difunzionare già a stadi precocissimi dello sviluppo. Un fatto ci può farriflettere: la pelle, che è l’organo del tatto, deriva dallo stesso gruppo dicellule che formerà il sistema nervoso: pelle, organi di senso, cervello enervi tutti da un unico strato di cellule che si differenziano già neiprimissimi giorni di vita nell’utero. Attraverso il tatto il feto impara a percepire il confinefra sé e l’utero della mamma che lo avvolge, e le sue prime esperienze delmondo si svolgono tramite questo senso. Quando sarà nato (e la nascita è unafortissima esperienza tattile), il contatto pelle a pelle sarà ciò di cui habisogno per recuperare quel senso dei confini corporei e del contenimento dicui ha fatto esperienza in nove mesi di vita nel grembo di sua madre. esseretoccato, accarezzato, abbracciato sono necessità essenziali per il bambino, chepermettono al suo sistema nervoso ancora immaturo di mantenere una suastabilità e organizzarsi in modo più efficace per rispondere ai tanti stimoliche gli offre il mondo esterno. Ecco perché il bambino vuole stare sempre inbraccio, e chiama la mamma appena viene lasciato da solo: non è vizio, manecessità biologica per svilupparsi nel modo ottimale. Il mondo ideale del neonato non è insomma fermo e costante,come può esserlo l’interno della culla: è in movimento, e fornisce al bambinostimoli diversi anche dal punto di vista tattile… insomma è l’ambiente-mamma,cioè il mondo contenitivo e di sostegno formato dalle braccia e dal petto di unadulto in movimento. In braccio al genitore il bambino sperimenta pressionestabile e sicura intorno a sé, la morbidezza delle braccia che lo sostengono,la carezza delle mani dell’adulto, il battito del cuore, il suono della voce dicolui o colei che lo porta, trasmesso non solo attraverso l’udito, ma anchecome vibrazione da petto a petto. Il sistema vestibolare (l’organo dell'equilibrio,che si trova nell’orecchio interno) è sollecitato dai movimenti dell’adulto chelo porta. Anche l’olfatto è stimolato, e il bambino impara persino a un sologiorno di vita a riconoscere l’odore materno e poi quello degli altri membridella famiglia… e se è in braccio alla mamma, può soddisfare anche il suo sensodel gusto, con una poppata di latte.Questi sensi – tatto, olfatto e gusto – sono detti “i sensidella vicinanza”, perché si esprimono quando il bambino è vicino, o a contatto,con l’adulto. E non a caso si sviluppano prima di tutti gli altri, a rivelarequanto siano importanti per lo sviluppo del sistema nervoso del bambino, maanche per la maturazione affettiva, la sua percezione del mondo e la suacapacità di relazionarsi. L’udito poi, e la vista, hanno il loro momento piùavanti nello sviluppo, anche se il bambino naturalmente è da subito in grado diudire (e riconoscere la voce della mamma!) e di vedere (e mettere a fuoco,guarda caso, proprio alla distanza che c’è fra i suoi occhi e il viso maternoquando poppa al seno).  Questa stimolazione che nasce dalla vicinanza è dunque unvero e proprio nutrimento emotivo e cognitivo per il neonato, tutt’altro che unvizio o un capriccio o magari un “dispetto” che il bambino fa ai genitori,pretendendo la loro presenza continua per tiranneggiarli! Questi bisogni non dureranno per sempre. Alle sogliedell’età scolare i bambini sono tutti presi dal mondo visivo e uditivo e hannobisogno di stimolare i loro sensi dell’equilibrio e del movimento giocandoattivamente. Un prato su cui rotolarsi sarà molto più attraente delle bracciadella mamma a quell’età… il momento delle coccole sono i primi anni, e lungidal creare cattive abitudini, non far mancare al proprio bambino le braccia ele carezze è il modo migliore per garantirgli un sano sviluppo per il suo corpoe per la sua psiche.