Perché il bambino vuole stare sempre in braccio?
A cura della psicologa Dott.ssa Antonella Sagone
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VAI AI PREFERITIEra un bambino così “buono”, e i genitori erano convinti di aver fatto un buon lavoro e che la sua tranquilla accettazione della culla fosse merito di buone abitudini imposte fin dai primi giorni. E invece il neonato che “mangia e dorme” è talvolta una condizione molto temporanea: crescendo e sviluppando le sue capacità motorie e il suo sistema nervoso il bambino passa sempre più tempo sveglio e attivo anche quando non ha bisogno di mangiare o di essere cambiato, ma per il puro piacere di osservare il mondo intorno a sé. E lo vuole fare da una posizione privilegiata: preso in braccio dalla mamma o dagli altri adulti che si prendono cura di lui.
D’altrone è normale che i bambini vogliano stare molto in braccio, spesso anche nelle primissime settimane: noi siamo una specie ad alto contatto, il che significa che i nostri cuccioli sono e si sentono veramente al sicuro solo quando sono addosso a un adulto che li porta con sé.
Specialmente quando non è più un neonato ma comincia ad avere la capacità di elaborare gli stimoli intorno a se, interagire e fare esperienza, il bambino ha ottime ragioni per voler stare in braccio alla mamma o al papà. Dall’alto delle loro braccia può vedere l’ambiente intorno a sé, che è molto più interessante di un soffitto o delle pareti della sua culla; inoltre è al sicuro ed ha il conforto del contatto e del calore delle persone che ama. Stare sempre in braccio all’adulto permette al bambino anche di osservare l’adulto mentre agisce nel mondo, parla con altre persone, manipola gli oggetti. Lui osserva con la massima attenzione gesti, parole e anche le reazioni emotive della mamma o del papà, ed è così che impara il significato delle cose, delle situazioni, delle azioni. Ovvio che non voglia stare buono, sdraiato nel lettino o a manipolare un gioco di plastica che dondola sopra di lui… qualsiasi oggetto è di ben scarso interesse rispetto al condividere la vita di un adulto attivo e in movimento!
L’uso di una fascia per portare il bambino può essere utilissimo in questa fase: quelle ben fatte sostengono il peso senza affaticare la schiena, e permettono di avere le mani libere per poter ugualmente svolgere le attività quotidiane, a casa e fuori casa, mantenendo il bambino a contatto con il ventre materno. Non ci si deve preoccupare di creare quello che a volte viene detto il “vizio delle braccia”: non esiste un vizio simile, esistono solo fasi dello sviluppo affettivo e psicomotorio del bambino, che verranno comunque superate via via che il bambino cresce.
Un giorno sarà pronto a gattonare, e specialmente se al momento giusto l’adulto comincerà a mettere suo figlio non tanto in un seggiolino quanto su un piano solido sul quale possa fare “ginnastica” e cominciare a muoversi, verrà presto il momento in cui non vorrà più essere preso in braccio e sguscerà via dalla mamma per andare alla scoperta diretta del mondo!