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Rischio e prevenzione: dove tirare la linea?

La prevenzione migliore per il bambino è seguire le indicazione del proprio medico in gravidanza e del pediatra poi.

A cura della psicologa Dott.ssa Antonella Sagone

La migliore prevenzione in gravidanza è seguire le indicazioni del medico di fiducia.

Per la prevenzione: seguire le indicazioni del proprio medico di fiducia e fare i test necessari e sufficienti a coprire le eventualità più concrete.

Durante la gravidanza si parla molto di prevenzione. Quella che in passato era solo una fase di attesa, oggi, grazie alle tecnologie della medicina moderna, si è trasformata in un periodo di intenso lavoro preventivo, e fin dalle prime settimane si può eseguire una serie complessa di accertamenti, che permettono di verificare la salute genetica del feto, la presenza di fattori di rischio nella gravidanza, e di fatto anche in parte di prevenirne le conseguenze. Queste possibilità certamente hanno apportato grandissimi benefici nel potenziare la salute di mamma e bambino, intervenendo attraverso le opportune misure per prevenire eventi avversi: ad esempio, basti pensare all’importanza della dieta per la salute del bambino, o alla possibilità di sapere se si è immunizzate o meno contro malattie potenzialmente pericolose per il feto.

Tuttavia queste possibilità, se da un lato hanno ampliato la possibilità di controllo sopra la gravidanza e il parto, dall’altra hanno reso più ampio anche il margine decisionale su come e quanto accertare e su come e quando intervenire. Insomma, se prima il concetto di rischio era semplicemente quello di un potenziale evento negativo sul quale non si aveva alcun controllo, oggigiorno il rischio è già di per sé considerato un evento che può essere prevenuto o “curato”.

Ma fino a che punto occorre spingersi? Qual è il confine oltre il quale gli accertamenti generano solamente ansia, o diventano essi stessi un fattore di rischio? Occorre forse oggi ricordarsi che il rischio non è una “malattia”, ma solo una possibilità. Nessuno strumento può darci certezze assolute, sia perché gli esami hanno un margine di errore, sia perché comunque finché il bambino non è nato, finché il parto non avviene, certi eventi rimangono solo un’ipotesi, che non è detto che si verifichi poi davvero.

Ogni accertamento ha i suoi rischi e i suoi benefici, e occorre bilanciarli con l’utilità reale di ciò che si vuole accertare. Ad esempio, nessuno più oggi farebbe una radiografia al feto in gravidanza, perché i rischi di questo accertamento superano di gran lunga qualsiasi beneficio. D’altra parte, poiché il numero di esami che possono essere effettuati in gravidanza è immenso, occorre circoscriverli a quelli necessari per accertare quei rischi che sono davvero più plausibili o le cui conseguenze, in caso di mancata prevenzione, sarebbero più gravi.

Occorre insomma saper tirare una linea dopo aver soppesato i pro e i contro. La miglior prevenzione in gravidanza non consiste nel fare il massimo numero possibile di accertamenti, ma seguire le indicazioni del proprio medico di fiducia e fare quelli necessari e sufficienti a coprire le eventualità più concrete. Fortunatamente, le ricerche ci hanno permesso di stilare delle linee guida che ci indicano il punto di giusto equilibrio; sapendo questo la mamma può affidarsi a queste indicazioni e, sapendo di stare facendo il meglio per la prevenzione, vivere serenamente il tempo dell’attesa.

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