Litigi tra bambini: chiedere scusa, fare la pace.
A cura della psicologa Dott.ssa Antonella Sagone
Tempo di lettura 5 min




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Capita spesso quando in famiglia c’è più di un bambino: a un certo punto scoppia il litigio. Pianti, strilli o anche qualche reazione manesca creano scompiglio e gettano costernazione fra gli adulti.
Spesso la reazione degli adulti, oltre a dividere i due litiganti, è quella di rimproverare l’aggressore e di chiedere che si scusi e “faccia la pace”.
Dietro questa richiesta ci sono le migliori intenzioni: si vuole che il bambino comprenda che urlare o picchiare non va bene, si spera che i propri bambini divengano capaci di comprensione, tolleranza e gentilezza, e si desidera ardentemente vederli sereni e contenti e rappacificati.
Una cosa inevitabile, ma che provoca molto stress ai genitori, è sono i litigi tra fratelli. Quando il fratello minore comincia ad avere sufficiente autonomia per invadere il “territorio” dell’altro, iniziano a scoppiare litigi a volte accesi. In un certo senso, i bambini hanno bisogno di questo continuo confronto, perché serve loro a definire dei confini chiari. Tuttavia, l’adulto non può ovviamente permettere che il confronto divenga continuo, e che arrivi al punto che i bambini si facciano male. L’istinto è intervenire, magari sgridando entrambi i bambini o, altre volte, cercando di responsabilizzare il più grande e ritenendolo responsabile se si mostra aggressivo con il piccolo. Si vorrebbe valutare il motivo del litigio e stabilire delle regole ragionevoli; ma non sempre, anzi raramente, questo intervento calato dall’alto funziona, e i litigi riprendono dopo una breve pausa. Che fare allora? Il compito del genitore che interviene è, al di là dell’impedire che i bambini si azzuffino e si facciano fisicamente male, più discreto, e si tratta di affiancarli aiutandoli a trovare la “loro” soluzione, che può anche essere molto diversa da quella che all’adulto sembra più logica. Il primo passo del genitore non è insomma risolvere il conflitto, ma ascoltare in un modo che permetta ai bambini di sentirsi entrambi contenuti e accettati e di esprimere il loro punto di vista senza timore di essere travisati o giudicati.
Insegnare al proprio bambino a chiedere scusa quando il suo comportamento causa un problema o un torto a qualcuno è utile, gli dà un modo per formalizzare la fine delle ostilità. è importante che il bambino diventi consapevole dell’effetto dei suoi comportamenti, ed è anche importante che apprenda come riconciliarsi dopo una lite o riparare a un gesto violento. Tuttavia è importante che le scuse non diventino un vuoto rituale, ma si fondino su un reale lavoro di comprensione dei reciproci punti di vista fra le due parti in conflitto; altrimenti la pace raggiunta è fittizia, una tregua imposta dalle regole degli adulti e non una reale riconciliazione.
Fare la pace non è un’azione, è un processo, di cui la pace è solo il punto d’arrivo. Chiedere scusa è il suggello di una comprensione avvenuta, ma per arrivare a questo punto di arrivo, al bambino, che è addolorato, furioso o spaventato, occorre prima un aiuto per comprendere e gestire i suoi sentimenti in subbuglio. Occorre insomma che l’adulto che interviene si fermi un momento a evidenziare cosa sta succedendo, ed aiuti i bambini stessi a comprendere l’accaduto.
“Hai gridato a tua sorella. Sei arrabbiato. Vedo che stava succedendo che…” – una semplice descrizione.
“Hai dato uno schiaffo a tuo fratello. Lo schiaffo gli ha fatto male. Eri spaventata/ arrabbiata/ disorientata dalle sue urla e volevi che smettesse. Non sapevi come fare.” – ancora una descrizione.
Si possono porre delle regole: “Se avete un problema, se ne può parlare insieme. Ma urlare non aiuta a capire cosa succede. Se urli, non si capisce bene che cosa vuoi. Picchiare non aiuta a risolvere il problema, fa solo male e fa diventare l’altra persona ancora più arrabbiata. Proviamo a vedere insieme come si può risolvere questo problema senza urlare e senza picchiare.”
Se si lascia spazio alla comprensione del problema, i bambini ritroveranno la calma; sentiranno che l’adulto davvero si è accorto di quanto sono agitati e contrariati, e davvero gli interessa sapere cosa è successo e come risolvere il problema. I bambini si sentiranno fiduciosi di essere ascoltati e quindi potranno spiegare i loro punti di vista, e scoprire dei modi per risolvere il conflitto senza litigare. A quel punto, ritrovata la calma, le scuse diventano spontanee. Magari non saranno fatte di parole rituali - “ti chiedo scusa”, ma saranno fatte di un sorriso, un abbraccio, un prendersi per mano, un parlare insieme con calma e giocare insieme. Potranno anche essere fatte della decisione di stare ciascuno per conto proprio per un po’, e riconciliarsi più tardi. Occorre dare tempo ai bambini di trovare il loro modo per riconciliarsi, e fiducia che anche loro desiderano la pace molto più di quanto vogliano la guerra.
Le indicazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e il lettore. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.